Secured 3D e la questione dei copyright nella stampa 3D

Secured 3DRemote-control-network-your-makerbot-ultimaker è una società fondata da John Dogru, un americano, a Talinn, in Estonia. Il suo obiettivo è di creare un sistema di effettivo cloud printing focalizzato sulla sicurezza dei file stampabili.

Quella della protezione dei copyright, infatti, è una delle questioni più delicate in assoluto per l’industria della stampa 3D e, anche se al momento non è ancora diventata una questione urgente, presto, con l’avvento della stampa 3D di massa, lo sarà.

Dopotutto cos’è un file .stl se non l’.mp3 degli oggetti? Mi ricordo agli albori di Internet, quando su Newsweek è uscito un articolo su come la compressione mp3 avrebbe radicalmente cambiato l’industria delle musica. Al momento non era ancora iniziata la rivoluzione del P2P, ma da lì a poco è iniziata ed è stata come uno tsunami che, nel bene (fruibilità estrema dei contenuti digitali) e nel male (pirateria dilagante) ha travolto l’industria musicale prima e poi anche quella dei film.

Non che queste industrie, al tempo, non meritassero di essere travolte. Prezzi alle stelle e qualità alle stalle sono state le vere ragioni per cui la gente ha smesso di acquistare musica. A prescindere da ciò, però, non è stata solo una questione di giusto o sbagliato: la rivoluzione della condivisione digitale era inarrestabile: che lavorava nelle industrie coinvolte avrebbe dovuto cercare di adeguarcisi più rapidamente, invece di aspettare 10 anni che Apple inventasse iTunes e l’iPod.

live view 2

Ora simili tematiche, ma a un livello infinitamente più vasto, si riproporranno con la condivisione digitale dei file relativi agli oggetti fisici. Certo, scrivere un CD è ben più facile di stampare in 3D un oggetti ma al tempo non lo era. Eppure lo è diventato molto rapidamente una volta che è stato utile e necessario creare i CD scrivibili e riscrivibili.

Quindi la questione della protezione dei file digitali diventa molto importante per le azinede che vorranno sfruttare i vantaggi della stampa 3D senza perdere le loro proprietà intellettuali (e sul fatto che queste debbano esistere oppure il mondo debba essere open source non sta a noi pronunciarci, ci limitiamo a osservare descrivere la situazione). Già da anni si usa la stampa 3D per realizzare prototipi che possono valere diversi milioni di soldi (declinati in qualsiasi valuta usiate) e le misure di sicurezza per proteggerli sono spesso limitate a “bruciare la chiavetta USB” con il file dopo averlo stampato.

Così torniamo a John Dogru e il suo Secured 3D. Ultimamente – non senza un pizzico di ironi – ha avuto dei problemi proprio riguardo alla paternità dell’idea alla base dell’azienda. Non conosco i dattagli del caso ma ho conosciuto John e con me è stato disponibilissimo, quindi anche in questo caso non entro nel merito e mi limito a parlare di Secured 3D e di quello che fa.

L’idea di Secured 3D è di offrire la possibilità di stampare in 3D a distanza, in modo standardizzato e protetto, via cloud. Ci sono già anche molti altri servizi di cloud printing ma per la maggior parte – sostiene John – sono servizi che mettono a disposizione la cloud per immagazzinare i file che devono poi essere comunque scaricati prima di inserirli nella stampante 3D.

remote 3d printer setup

Con Secured 3D sarà possibile per più persone utilizzare la stessa macchina, in rete, a distanza. Oppure più macchine, tutte connesse attraverso un set-top box da 699 dollari. Oppure mediante un software integrato direttamente nella stampante 3D.  Ogni lavoro di stampa potrà essere osservato a distanza collegandosi al proprio account nella cloud di secured 3D e quindi alla webcam integrata nel pacchetto offerto.

Il fatto che ogni file verrà stampato direttamente supportando il formato Gcode assicura che la stampa dell’oggetto sia standardizzata. Dogru vuole creare un database di oggetti la cui stampabilità è garantita, cosa  che attualmente non accade nei più grandi network di condivisione di modelli 3D, da Thingiverse a Cubify eccetera. Così, però, la sicurezza dei file diventa ancora più importante.

Oggi i metodi per proteggere le proprietà intellettuali con il software non sono infallibili ma sono comunque molto avanzati. Non è necessario che le industrie dei giocattoli, delle auto, dei gioielli e dell’accessoristica di ogni tipo vengano stravolte dalle nuove logiche produttive della stampa 3D ma devono attivarsi fin da subito e adeguarsi ai nuovi modelli produttivi, invece di far finta che questi siano ancora molto lontani. Ciò significa facilitare la condivisione e l’acquisto online dei modelli dei loro prodotti per la produzione locale, implementando e concentrando il loro sforzi sulla protezione delle proprietà intellettuali. Ad esempio con servizi come Secured 3D.

gcode detail

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